Lo squillo del telefono rimbalza tra le pareti piene di quadri della villa deserta. Rotola giù dalle scale e cerca qualcuno nelle stanze vuote. Si affaccia al giardino pieno di alberi che guardano le colline bolognesi. Dall’altro capo del telefono non vogliono arrendersi.
”Pronto!”
La voce femminile è giovane e nervosa. Il timbro da fumatore, leggermente impastato. Forse dormiva.
“Pronto? ...Buonasera. Chiedo scusa per il disturbo. Mi chiamo Franco Ayala. Vorrei parlare con la signora Lucia Lonoce”
“Questa è casa Lodigiani”
“Si lo sò, ha ragione...credo che Lonoce sia il nome da signorina della signora Lucia”
“Mia nonna si chiamava Lucia”
“Come?.. Ha detto “si chiamava”?”
“Si, è morta il mese scorso” un’ ombra appena di tristezza.
”...mi...mi dispiace...non sapevo...condoglianze...”
“Grazie, ma lei cosa voleva da mia nonna? Ci conosciamo?” La ragazza sembra una donna ora, forse lo è. Ha sicuramente recuperato tutto il suo controllo, se mai l’avesse perso. La sua voce scivola come la lama di un pattino su una lastra di ghiaccio. Mette decisamente a disagio.
“No, non ci conosciamo. Senta, è un po' difficile da spiegare...”
“Ci provi”
Inspirazione profonda, espirazione lenta.
“Chiamo da XXXX, in Puglia...”
“Lo so dov’è”
Ha carattere la ragazza.
“Ah...va bé, sa...molti non lo sanno...”
“Io sì, mio padre è nato laggiù”. Donna di cultura e di manganello, direi.
“Va bé, senta io non saprei da dove cominciare...”
“Cominci dall’inizio”
Non è carattere, è proprio stronza.
“Certo...senta...dopo la morte di mio nonno paterno io ho trovato un suo vecchio diario che risale al periodo immediatamente successivo alla guerra”
“Quale guerra?”
“Bé, la seconda!”
Ci fai o ci sei?
“...comunque in questo diario si parla molto di sua nonna. Mio nonno era una persona molto riservata, ma mi aveva accennato qualcosa una sera, anni fà...”
“E allora?”
Fredda come un cadavere, con la differenza che di solito i cadaveri non hanno intenzione di essere freddi.
“E allora sembra che mio nonno si fosse preso una bella cotta per sua nonna...sa ...una storia giovanile... in tempi di guerra, e quindi avevo pensato che magari sua nonna potesse avere piacere a ricevere questo ricordo, questo diario...”
“Ma che romantico!”
Puttana.
“Si sono romantico, sono disgrazie che capitano...”
“Non si inalberi, la prego. Guardi forse farebbe meglio a parlare con mio padre che purtroppo adesso è assente, signor...”
“Dottor Franco Ayala... con la ipsilon”
“Si... signor Franco Ayala con la ipsilon...se mi vuol lasciare un recapito mio padre la chiamerà appena possibile”
“Va bene, grazie...”
Grandissima puttana figlia di papà troia viziata.
La ragazza scrive il numero di telefono sulla copertina di un settimanale e riattacca. Riprende la bottiglia di vino bianco aperta e torna nella vasca da bagno mentre i suoi piedi nudi lasciano per pochi secondi impronte di calore umido sul parquet. Si guarda allo specchio e con una mano pulisce le tracce di trucco sciolto intorno agli occhi.
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