Rat race

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Tuesday, February 22, 2011

Un lungo luogo freddo

La pioggia scivola tra i rami intrecciati degli ippocastani cresciuti ai due lati del viale oggi butterato di pozzanghere in cui un si specchia no per un attimo nuvole rapide ed incazzate.    Il vecchio sotto l’ombrello segue il bastardino pezzato bianco dall’altro capo di un guinzaglio elastico blu. Il vecchio circumnaviga le pozzanghere, fermandosi a volte di fronte ad imprese troppo ardue mentre il bastardino disegna antiche circonferenze di caccia tra gli alberi. Una traccia invisibile lo attira lungo uno stretto sentiero laterale disegnato nel fango e che si curva nascondendosi  tra i cespugli.  Il bastardino si volta e chiede permesso.
 “ Va bene, va bene andiamo...mi devo proprio sporcare eh?” il vecchio indossa un impermeabile chiaro che una volta riempiva completamente, mentre ora si limita a a sporcarselo per far contento il suo cane-amico-compagnia. “Dai, avanti, muoviti!”. Il cordone ombelicale blu si tende poi di allunga con un leggero sibilo perdendosi dietro la la curva tra i cespugli trascinato dall’istinto del bastardino che si ferma annusa l’aria con il suo muso poco elegante e ricomincia a trascinare il guinzaglio. A malincuore il vecchio impermeabile sotto l’ombrello grigio si fa trascinare. Ora padrone e cane sono tra gli alberi e l’aria bagnata alle loro spalle si  turba improvvisamente. Un’ombra longilinea attraversa il viale ad ampie falcate. “Questi qui corrono anche sotto la pioggia. Deve essere una specie di droga.” Il bastardino comincia ad abbaiare con i suoi piccoli colpi di tosse che indicano seria impazienza. “ Arrivo, arrivo.” Silenzio. Il cordone blu si affloscia, poi improvvisamente si accorcia e il bastardino si rifugia ad orecchie basse dietro le ginocchia del vecchio . “Che c’è Billy? Cosa hai trovato?” Improvvisamente la pioggia aumenta d’intensità, bussa sull’ombrello dopo essere riuscita ad infilarsi tra i rami abbracciati in alto. Il viale in lontananza sbiadisce dietro la tenda d’acqua . Billy gira intorno nervoso, la coda curva tra le gambe sottili, puzza di paura e neanche la carezza del  vecchio riesce ad anestetizzarlo. “Cosa c’è? Cosa hai trovato? “ Il vecchio si inginocchia sporcando di fango l’orlo dell’impermiabile. “Dai non avere paura ci sono io. Andiamo a vedere su…” Billy non reagisce allo strattone gentile del guinzaglio. Il vecchio lo  guarda carezzandosi  la guancia ben rasata, si volta verso il il sentiero che si nasconde tra  i cespugli e sparisce tra alberi di cui non ricorda il nome. Billy comincia ad uggiolare. Il vecchio inspira profondamente come faceva in alcune notti della sua gioventù, quando non decidere significava morire e decidere  inguaiarsi. Lega il guinzaglio al tronco più vicino e carezza Billy tra le orecchie “Grande cane da guardia sei. Aspetta qui e stai buono”. Gli occhi liquidi di Billy seguono l’ombrello e il vecchio che si allontanano. Il passo del vecchio si è fatto stranamente risoluto. Anni di fabbrica hanno reso la paura qualcosa a cui pensare dopo, alla fine della storia, quando  non può più paralizzarti perché l’attimo e passato e se te la fai sotto non se ne accorge nessuno.  I passi del vecchio curvano con il sentiero. Fango, alberi, pioggia. “Ehi Billy, qui non c’è niente”. Qualche altro passo perché il vecchio pensa che Billy non può essersi spaventato per niente, deve aver annusato qualcosa, magari un gatto morto. Niente. Tronchi bagnati, fango e naturalmente pioggia che scivola intorno. E una voce che cola in mezzo.
“Nessuno guarda…nessuno vede…”. Il vecchio alza lo sguardo verso la voce maschile e liquida , sposta la cupola dell’ombrello per cercare intorno la fonte di quelle parole e cosi gocce calde di pioggia rossa gli rigano il viso sporcando poi l’impermiabile mentre le pupille si dilatano. La voce è stata vomitata da un uomo nudo crocefisso tra i rami alti. I suoi occhi piangono sangue  da orbite vuote che guardano oltre la pioggia.  Il vecchio segue la direzione dello sguardo del crocefisso e scopre altre figure molli appese ad altri alberi introno. Due, tre, quattro sacchi di carne pallida e bagnata che colano sangue formando un cerchio in cui rimbalza la voce sempre più flebile  “Nessuno vede…nessuno…”.  Silenzio di pioggia. Sul sentiero più in là Billy abbaia di vergogna. Si è ricordato della fedeltà tradita, mentre il vecchio affonda finalmente nella paura. Le sue gambe se ne accorgono e si piegano lasciando il vecchio seduto sotto i crocifissi ciechi.

4 comments:

  1. purtroppo il pc è lo strumento per bloggare e se non funziona bene rende tutto più difficile e siccome non avevo voglia di incazzarmi ho rallentato. lasciami perndere confindenza con il mio nuovo amico e poi vedremo che ne viene fuori :-)
    almeno questo non si spegnerà sul più bello e senza aver salvato
    mandi bartel
    :-)

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  2. ciao bartel
    un racconto magistrale
    che a me ha suscitato sensazioni strane
    legate agli avvenimenti attuali
    quel cristo nudo che
    nessuno guarda... nessuno vede....
    vorrei sbagliarmi
    ma il tuo racconto per me ha un che di profetico....
    ^-^
    un salutissimo bartel e dolce sera a te
    ...
    eh si anche carmine, che è un'altro bravissimo, ha scritto ricordi portoghesi

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  3. Grazie Dolce per il commento, ma credo che questo sia solo l'inizio...vedremo nei prossimi giorni.
    Ciao
    PS si anche quel signor scrittore di Carmine mi provoca nostalgia di un brevissimo viaggio in portogallo

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  4. Questo racconto mi evocato due cose: un brano della Pelle di Malaparte e il ritrovamento della piccola Yara.

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