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Wednesday, September 22, 2010

日本



Mi mancate anche voi due. Tu mio, caro amico e lei. Ma di lei non scriverò, giuro.  Pensiero focalizzato chiaro, non devo farmi distrarre da lei. Il suo pensiero è come una camicia stropicciata buttata su di un letto, il nostro. Devo solo riabbottonare quella camicia azzurra, piegarla con cura e metterla in un armadio, chiudere le ante a chiave e pensare ad altro amico mio. Stop. Giappone, il mio primo giardino giapponese e la scoperta che l’ordine è intrinseco alla natura, anche alla natura dell’uomo. Io mio padre e mia madre fummo ricevuti dall’ambasciatore italiano in una sala di rappresentanza. Mi sarei aspettato che ci venisse incontro per  il lungo corridoio che dall’ingresso dell’ambasciata portava alla questo salone luminosissimo in cui le finestre sostituivano i muri. Mentre masticavo questa piccola delusione che assorbivo per osmosi dal passo rigido di mio padre, lo vidi. Sembrava voler entrare e dilagare tra i pochi mobili del salone: il giardino di Matsudaira. Le diverse tonalità di vede mi entrarono negli occhi scandite da un ritmo antico, da un sottofondo del mondo che non avevo mai ascoltato. Ancora oggi non so se fossi io ad assorbire volontariamente quella luce o ad esserne inondato senza difese. Decisi che avrei vissuto lì per il resto della mia vita che allora mi sembrava infinita. In quel momento appuntai una bandierina rossa sulla mappa della mia storia. Poi sentii i passi sul marmo. Una macchia grigio-chiaro entrò nel  salone, girò intorno un piccolo tavolo che reggeva un grammofono lucidissimo e si frappose tra noi e la luce verde. “Carissimo Dottor Torre che piacere averla qui tra noi finalmente …signora…ciao giovanotto… tu devi essere Antonello, vero?”.
La macchia grigia era l’ambasciatore, un uomo di media statura, media corporatura, media età e occhiali dorati dalle lenti leggere. Un uomo grigio che odiai senza motivo da quel momento e verso cui l’odio venne giustificato in seguito. Mio padre sorrideva, mia madre sorrideva, mentre io devo essergli apparso come il solito adolescente bruno con pochi brufoli, ma molti problemi. Sicuramente mio padre deve avermi lanciato una occhiata torva, non me ne accorsi. Mentre i convenevoli scorrevano freddi mi piegai leggermente per guardare il giardino. Era ancora lì.

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