Rat race

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Friday, September 24, 2010

Capitolo uno e uno

Tutti quei “viaggetti per capire meglio il paese” che mia madre infliggeva a mio padre…
Una giorno mi dicesti che ti sarebbe piaciuto sposare una donna come mia madre. Mi sorprendesti, eravamo a casa tua ad asciugare i piatti di un pranzo domenicale. Le nostre famiglie si frequentavano e a me piaceva molto casa tua, piena di fotografie di nonni e zii e cugini, molte in bianco e nero. Mi piacevano anche i tuoi, tuo padre, un carabiniere che parlava con gli occhi, e tua madre che rideva senza ritegno alle barzellette sui carabinieri che raccontava mio padre.
Quel giorno mia madre aveva chiesto ai  tuoi il permesso di portarti con noi sull’isola di Oshima per un paio di giorni.  Un bel giro a cui mio padre avrebbe rinunciato volentieri, ma mamma aveva dentro l’eco della voce delle onde di Mishima , un libro che l’aveva commossa per il candore di una vita semplice e regolata da un tempo diverso dal nostro. L’avevo letto anche io su suo suggerimento, uno di quei suggerimenti a cui non puoi risponde con un “no, grazie, preferisco nuotare o giocare a pallone” se ci tieni a vivere in pace.  “Tua madre ha delle belle mani, mi piace. Ha anche una bella voce…una donna come lei mi andrebbe bene”. Quando pronunciasti quelle parole io non reagii subito perché non le capii. Come si poteva trovare interessante mia madre? Quella donna era solo mia madre! Quando, a distanza di anni ho rivisto le foto di quei tempi ho capito cosa volessi dire. Mia madre era magra, con grandi occhi scuri e capelli ricci tenuti fermi da una fascia colorata. Le donne della mia vita non hanno mai pronunciato il mio nome con la dolcezza della sua voce. Era un po più bassa di mio padre e spesso appoggiava i suoi riccioli sulla spalla di papà che beato ne assorbiva il profumo. Delicato affetto o pianificata marcatura del territorio?  Amore dato o amore richiesto? Continuai ad asciugare i pesanti piatti decorati made in italy per un paio di minuti, poi  mi svegliai. “Cosa vuoi dire che ti andrebbe bene?” Ti voltasti e candidamente mi rispondesti ”per sposarla”. Mia madre allora non era una donna, era solo mia madre e noi avevamo dodici anni.

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