Rat race

Running

Tuesday, February 28, 2012

Il bibliotecario misericordioso.

6.25. Direi Ante Meridiem. La mia sveglia mi suona un frammento del Flauto Magico. Ognuno ha i suoi vizi, io ascolto Mozart, spesso e volentieri. Via che si comincia. Un altro giorno all'inferno o in paradiso? Dipende. Ultimamente dipende troppo e non da me. Mentre mi guardo allo specchio mi torna in mente qualcosa che è accaduto durante la notte, un frammento, un frammento di pensiero, leggero, inconsistente. Cerco di acchiapparlo guardandomi negli occhi. Ecco...si...ce l'ho quasi fatta...no, no...si...mi scivola tra i neuroni come un anguilla, forse un'idea di un sogno sognato per metà...no...si, ecco!
Stanotte mi sono svegliato un paio di volte, ho il sonno leggero. Pensavo che mia figlia, la piccola,  piangesse. Invece no, tutto tranquillo, la mia donna dorme, un'ombra calda accanto a me, fuori tutto tace. Pausa.
Ho pensato: " E adesso come mi  riaddormento?"
Poi mi sono allungato tra le lenzuola come se volessi tuffarmi nel sonno e mi è sembrato di scivolare nell'acqua calda di una notte d'estate di tanti anni fa. Paura dell'acqua scura allora. Stanotte mi sono tuffato dentro me e ho nuotato  in un mare sicuro e accogliente, nero e caldo. Nessun rumore, nessuna crepa nell'acqua morbida, nessun dolore, nessun amore. Io nuotavo. Non un sogno, ma un ritorno. Poi la sveglia. Mentre nuotavo nel buio, ho pensato."Ecco, il mio cervello sta archiviando le mie esperienze ora, le cataloga, le belle  e le brutte e magari adesso sognerò quei rompicoglioni che mi ritrovo intorno al mattino...incompetenti, imbecilli, consumatori d'ossigeno e accumulatori di pensioni, abbruttitori di ambienti, condensatori di cazzate...no, non adesso!!! "
E qualcuno mi ha ascoltato. Il bibliotecario preciso che abita il mio ippocampo, il bibliotecario senza cuore che ogni tanto mi ripropone la ragazzina per cui impazzivo trent'anni fa e che ora somiglierà ad una (brutta?) estranea, quello che mi ricorda mio padre che mi manca, si quello che organizza, cataloga, mischia non sempre con imparzialità il buono e il cattivo che vivo, si quello, stanotte è stato misericordioso. Mi ha lasciato nuotare qualche attimo, forse come nell'utero di mia madre, forse come mai mi è capitato e mi ha curato il cuore affannato, l'anima tiepida e i muscoli tesi. Misericordioso bibliotecario, grazie, anche se so che ti divertirai con questo poveretto che sorrideva nello specchio stanattina, lo so, ma non importa, stanotte ho nuotato e sento ancora l'acqua sulla pelle.

Thursday, February 16, 2012

Dal diario di un erotomane televisivo (maniaco sessuale)

Giorno 15875. Interno sera, quasi notte. Televisore da n pollici acceso. Quando mio padre mi spiegò la faccenda dei pollici iniziai a misurare lo schermo del vecchio televisore a valvole (yes! hai letto bene, valvole) con i miei pollici di bambino di sei-sette anni lasciando impronte chiare su sfondo scuro. Mamma non gradì, una delle prime frustrazioni della ricerca empirica. Zappo annoiato, meglio leggere un libro di Lee Child, riflessione e azione. La mia lei sonnecchia sul divano, le tocco la mano per essere sicuro che esista, tutto tace nel mondo fuori. Toh, San Remo che a me non piace, piena di arricchiti e qualche evidente malavitoso a cui piace la focaccia. Toh, i soliti idioti. Bel contrasto, ma dopo un pò sbadiglio. Ci si abitua a tutto. Toh, le vallette. Cosce al vento una, alta e con movimenti ondeggianti difficili da seguire, l'altra ingessatina, bella ragazza. Nella testa di chi organizza certe parate di carne io dovrei già essere in erezione. A parte l'età, magari ho un palato più sofisticato della media. Poi le due parlano.L'accento rotondo e un pò sibilante di una, tipo lingua-tra-i-denti, risveglia la mia attenzione. Mi osservo diminuire la frequenza della chiusura delle palpebre, mi pare di avvertire la pupilla allargarsi, chiari segni di interesse. Parla anche l'altra. Una voce da respiratore artificiale, espressività da televendita di sedie reclinabili. Mi rilasso completamente, effetto teorema di Pitagora. L'altra inclina la testa di lato, mostra il collo, fa ondeggiare le ciglia con effetto  puppy eyes (sguardo da cucciola indifesa). Rifocalizzo l'attenzione, quella manda chiari segnali  di chiara seduzione, sorride candida (il candido si può riferire solo ai denti). Guardami, sono qui indifesa, mordimi, mangiami.  Tò, ne arriva un'altra, ancora più alta su tacchi della lunghezza del mio avambraccio. Ondeggia pericolosamente. I tacchi sono armi di seduzione? Ti slanciano la coscia, meraviglioso territorio sensoriale. Ti rendono anche goffa, insicura, instabile, bisognosa di sostegno, indifesa in caso di fuga. Debole. Guardami, sono qui indifesa, mordimi, mangiami. Il conduttore, un simpatico (I'm serious, man!) giovane vecchio onesto deve faticare a guardarla in faccia, non perchè incapace di resistere al richiamo del seno della giovane dalla bellezza simmetrica, ma perchè la sua testa arriva esattamente all'altezza di quelle due promesse di calore e morbidezza. "Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte...". Anche questa è rigida, sorride nervosa, parla un italiano stentato, ma "è bellissima" e saluta la nonna e il papà nella sua lingua aspra. Erotico! L'altra, quella sibilante si scoscai molto, ma la magia è finita. Mi sa tanto di non essere un granchè come salivatore televisivo. Oddio mio! Sono diverso! Mi volto verso la donna che sonnecchia accanto a me. Le accarezzo il viso cercando di non svegliarla. La sua pelle è calda. E' stanca, sono giornate intense, a volte frenetiche.  L'annuso. Il suo odore scatena ricordi furiosi. Ricordo tutto degli ultimi anni. Anche quando passa l'aspirapolvere. Anche quando guida la sua auto pulitissima (la mia è un focolaio per il virus Ebola) e parcheggia alla perfezione con un sorriso trionfante. Una donna 3D, con occhi a raggi X, pericolosissima per la stabilità mentale di un maniaco sessuale. La madre di mia figlia, la gran lavoratrice, l'inarrestabile, la mia nemica, il coagulo dei miei desideri, di tutti i miei desideri, il mio pasto quotidiano. Spengo la tivu. Al buio la prendo tra le braccia, si spaventa.
"Andiamo a letto...è tardi....".
"Non farmi cadere...hai finito di vederti quelle figone in tv?"
"Si...un pò di cosce fanno bene all'umore, ogni tanto..."
"Maniaco..."
"Sapessi quanto...."
"Lo so..."

Wednesday, February 8, 2012

Just a perfect day (VI)

Hiram chiude gli occhi nella luce che cade benigna. La lama amara assaggia il suo sangue. L'architetto sente l'odore metallico del sangue e ripensa al mare della fenicia e ai sogni di bambino, alle braccia del padre che non ha conosciuto. L'Altissimo. il Dio giusto e solare, era divenuto suo padre e la sua volontà la missione del piccolo fenicio, l'eredità da conservare gelosamente ed accrescere per le generazioni future di figli e padri. Ora l'Altissimo gli chiede silenzio, per non rivelare al male ciò che è riservato al cuore degli uomini veri, quelli che ogni giorno costruiscono un mondo migliore. Ora l'Altissimo forse gli chiede di morire. Hiram sorride e apre gli occhi. E' stata una buona vita la sua. E un ringraziamento profondo sgorga dal suo cuore come acqua dalla roccia, e inonda la sala interna del Tempio, scorre sulle sue pareti, attraversa le sue porte e i fori attraverso cui le stelle sacre guardano gli uomini, inonda ogni anfratto e come un suono muto attraversa vibrando ogni pietra, ogni interstizio e allaga lo spiazzo antistante il tempio. Gli uomini che lavorano avvertono qualcosa nell'aria, una elettricità dolorosa che diviene cascata sulle scale e finalmente sommerge Gerusalemme. E' la voce di un uomo giusto che sta per morire senza più paura. E' la preghiera di ogni uomo che torna alla sua origine. E' uno dei pilastri della terra, una delle colonne della grande costruzione dell'universo. Boaz, il figlio di Hiram osserva gli operai fermarsi uno ad uno, sospesi nel loro lavoro, con un' ascia o un martello sollevati a mezz'aria. una trave in equilibrio, un mattone tra le mani. Poi anch'egli avverte quella vibrazione nel cuore che gli toglie il respiro. Qualcosa accade nel Tempio. Qualcosa di grave. Le stanze del Tempio diventano una enorme cassa di risonanza per un movimento dello spirito che diviene vibrazione, onda dolorosa e contagia ogni cuore che sa ascoltare. Boaz vorrebbe muoversi ma esita, non è sicuro di provare ciò che il suo cuore gli sussurra. E' impossibile sentire ciò che sente. Gli occhi del giovane maestro vagano in giro alla ricerca di un gesto, un comando condiviso, uno sguardo di intesa. Solo un'ombra si muove al limite estremo della scena. Il piccolo Ephraim, il portatore d'acqua, si sta liberando della sua giara e comincia a correre verso la porta del Tempio. Come i granelli di sabbia in una clessidra, al primo granello che precipita fa subito seguito il secondo e poi tutti gli altri stretti nel collo di vetro, cosi dietro Ephraim corre Boaz e tutti gli altri operai che scorrono rallentando tra le colonne del Tempio chiamati all'interno da ciò che è muto e che non avevano mai potuto o saputo ascoltare prima.

Thursday, February 2, 2012

Novara e la neve

E due. Due giorni che nevicchia e poi gela e poi nevicchia e poi gela e io spalo la neve, ripulisco auto mimetizzate e guardo il cielo. Ma non ci riesco un granchè. I fiocchi di neve (stavolta non chimica) mi fanno da collirio. Sorrido. Si, un pò demente forse, ma ho lo stesso sorriso di mia figlia e dei suoi amici di nove anni mentre si arriva a scuola affondando le suola in qualche centimetro di neve. Nevica e penso a ciaspole (nome ridicolo) e rido e mi sento un bambino. Le ruote dell'auto stamattina alle sette hanno provato a scivolare via, io ho provato a interpretare il ruolo di pilota di rally. Tutto bene (fortuna), so che molti stanno bestemmiando in idiomi primitivi, so che i treni hanno problemi, so che tutti sono attaccati alle pagine dei quotidiani on line. Spreada o non spreada? E la benzina ? E la disoccupazione dei gggiovani? E il posto fisso,semifisso,precario,acrobatico, ispirato, artistico, dato da parenti, amici, papà o mamà? E' meglio lavorare per la camorra o la 'ndrangheta? E la crisi finisce, rialancia o buio come a poker? La nave la lasciate, la spostate o dite al capitano di ripulire? I partiti ci sono o ci fanno? E i soldi dei partiti ci sono o vanno in svizzera a svernare? Ma tu guardi l'Isola o GF? E con l'estate che arriva la dieta la devi denunciare ai Nas o alla finanza?
E io? Io ho camminato nel  grande parco vicino casa, con alberi enormi, sono andato a lavorare tra i fiocchi di neve, ho fatto delle foto con il mio fidato cellulare, mi sono bagnato le calze, ho respirato l'aria d'acqua fredda, e ho sorriso. Perchè a volte il sole è dentro e la neve a Novara è bella.
B