Rat race

Running

Monday, January 16, 2012

Just a perfect day (V)

Un’altra porta, ancora buio e senso di smarrimento. Il corridoio è abbastanza lungo da creare l'eco dei passi dei due uomini, come un richiamo, come un avvertimento sussurrato, a lasciare il mondo fuori dall'ultima sala del Tempio. L'eco termina quando i due uomini si fermano sull'uscio della sala buia. Un cono di luce discende la tetto non ancora terminato illuminando un'ara in pietra grezza. La luce che discende è forte e si riflette su un collare d'oro indossato da un vecchio curvo e canuto, vestito con un'ampia tunica grande chiara. Il vecchio è il gran sacerdote che si volta verso di loro facendo perno sul suo bastone. Il movimento del bastone espone alcune gemme alla luce. Il riflesso prezioso viaggia verso il buio che avvolge Hiram e il Generale. Al limitare del cerchio di luce una figura agile si muove quasi a voler nascondersi. E' Nathaniel, l'allievo preferito del Gran Sacerdote. I suoi capelli scuri ricci e  la sua barba  folta sono ben noti al popolino della capitale, cosi come la sua voce, che urla a nome dell'Altissimo, che condanna a nome dell'Altissimo, che ride delle miserie umane a nome dell'Altissimo.
Hiram e il generale si fanno incontro al Gran Sacerdote e ai suoi occhi socchiusi.
"Maestro Hiram! Sono felice di vedervi nella vostra opera....molto bella, molto bella davvero!
Il nostro Re sarà contento appena tornerà dal suo viaggio..."
Hiram si inchina debolmente entrando nel cerchio di luce. "Che l'Altissimo ascolti le tue parole Gran Sacerdote e abbia pietà di un suo povero inutile servitore come me. Io eseguo solo la volonta del Grande Salomone per la Gloria del Popolo di Israele, del suo Re e dell'Altissimo che spero ci protegga sempre!"
"Maestro Hiram...sempre cosi modesto..."
La voce possente arriva dal buio alle spalle del gruppetto.
Hiram vede apparire nel cerchio di luce prima le mani ossute e poi il viso scavato di Nathaniel. I suoi occhi sono liquidi come quelli di un malato, ma la sua voce è quella di un soldato in battaglia: roca e violenta.
"No, Nathaniel, non sono modesto, dico solo ciò che è sotto gli occhi di tutti...io sono solo un maestro carpentiere."
"No, Maestro Hiram, voi non siete un semplice carpentiere...no! E ci sono tante cose che non tutti vedono o possono vedere...". La voce di Nathaniel sale di tono, raggiunge la parete in fondo alla sale torna debolmente indietro.
Il giovane gli volta la schiena avvolto in una tunica che sembra grigia e da uno scialle chiaro. Hiram sente accanto a se, leggermente arretrato, il respiro del Generale che sembra accellerare. "Nathaniel rende nervoo anche un soldato come lui" pensa Hiram che viene strappato dai suoi pensieri dalla voce del giovane sacerdote. "Lì in fondo per esempio...Maestro Hiram..." Nathaniel alza il braccio magro e il suo dito indica la parete in fondo alla sala.
"Lì ...sono stati lasciati dei fori o debbo pensare che il garnde Hiram, il costruttore del Tempio, non si sia accorto di un lavoro cosi mal eseguito dai suoi uomini? Chi ha commesso un errore del genere nel Tempio dell'Altissimo debba pagare con la vita...non credi Maestro Hiram?"
Nathaniel si è voltato e lo guarda con aria divertita. Hiram guarda il Gran Sacerdote che è rimasto muto e poi di nuovo Nathaniel.
"O devo pensare Maestro Hiram che quei fori sulla parete rivolta a Oriente servano a qualcosa? Qualcosa di malefico e abominevole con cui tu e la tua progenie volete sporcare il nostro sacro Tempio?"
Hiram è li nella luce da solo e sente le sue mani divenire fredde. Ripensa alle lacrime di suo figlio  Jachin e di sua mogli Myrhiam, la dolce Myrhiam. Guarda in alto la luce e risponde. " Tu non sei in grado giovane Nathaniel, di capire  ciò che il nostro Re vuole sia preservato per il suo popolo e per la gloria dell'Altissimo, tu non puoi capire nulla ..."
Il giovane sacerdote gli  ringhia contro "Come osi pezzente straniero rivolgerti ad un servitore del Tempio in questa maniera!!! Come osi!". I suoi occhi diventano più scuri del buio della sala, scuri come il suo cuore.
"Calma Nathaniel, calma...". La voce del gran sacerdote sembra un sussurro mentre il vecchio si appoggia al suo bastone lucente con tutte e due le mani. Poi, improvvisamente lo solleva e lo batte con una  forza inaspettata alla base dell'ara. Il rumore del colpo riecheggia nel buio, percorre veloce il perimetro della sala e torna sugli uomini illuminati dall'alto. Il pavimento suona vuoto sotto l'ara. Il gran Sacerdote sorride.
"Maestro Hiram, pensavi davvero di poter celare segreti nel Tempio senza che i servitori del Tempio  lo sapessero?"
Hiram abbassa il capo poggiando il mento sul petto che ha si solleva ed abbassa allo stesso ritmo delle onde placide che il costruttore fenicio osservava arrivare da bambino sulla spiaggia in cui aspettava il ritorno di suo padre che non aveva mai conosciuto.
"Maestro Hiram, perchè non ci sveli questi segreti? Noi siamo la voce dell'Altissimo, parla con noi..."
Hiram resta a capo chino. Poi i suoi capelli canuti vengono tirati indietro con violenza. Un fruscio metallico gli dici cosa sta accadendo prima che la lama di una spada si poggi alla sua gola e prema sulla sua carne rendendola fredda. I suoi occhi roteano impazziti mentre cercano di vedere l'uomo che gli sta facendo questo.
La voce del generale Giosafat è li accanto al suo orecchio destro.
"Maestro Hiram, perdonami, ma devi rispondere a ciò che ti chiedono i sacerdoti"
La voce di Hiram è strozzata dalla paura, dalla sorpresa e dalla amarezza. Il costruttore guarda in alto verso la luce e sussurra solo due parole  "...no...mai...".
Nathaniel e il Gran Sacerdote si sorridono.