Rat race

Running

Monday, November 8, 2010

Finale


Il caffè aveva appena aperto e il cameriere aveva poggiato sul mio tavolino un posacenere di plastica bianca. Avevo ordinato un caffè e guardavo i rari passanti attraversare rapidi la piazzetta ancora fredda della notte appena trascorsa. L’odore del caffè arrivò tre metri prima del cameriere. Lo sorseggiai chiuso nel mio cappotto mentre le ombre grigie della piazzetta schiarivano. I rumori delle prime auto cacciavano il silenzio del barista seminascosto dal bancone. Forse per questo non ti sentii arrivare. Mi ritrovai le tue braccia intorno al petto e la tua voce sulla pelle. “Sono qui “. Indossavi i tuoi occhi  verdi e un cappotto color miele. Un piccolo sorriso mi tagliò le labbra e le tue dita fredde accarezzarono la ferita. Affondasti il viso nel mio collo mentre ti stringevo e il barista fece finta di non vedere due vecchi abbracciati nelle 6 di un mattino di febbraio.  Lui non vide sicuramente la crepa che si chiudeva nel mio petto quando l’aria fredda della piazzetta mi entrò negli occhi, e mi allontanai abbracciato con te verso i giorni per cui ero nato.

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